Partitura autografa, microfilmatura su nostra richiesta; I-Nc, Rari: 3.1.20, 21.
L’opera va scena per la prima volta al Teatro del Reale Sito di Belvedere della reggia di Caserta il 25 giugno 1789, in occasione della visita della regina a San Leucio.
Con un libretto ampliato in due atti e l’aggiunta di parti musicali, sempre di Paisiello, viene messa in scena a Napoli al teatro dei Fiorentini nel 1790.
Il libretto deriva da una comédie larmoyante di Benoît-Joseph Marsollier des Vivetières: Nina, ou La folle par amour, tradotto da Giuseppe Carpani.
La trama
In un ampio flashback iniziale si dà conto dei fatti in conseguenza dei quali Nina, figlia virtuosa e sensibile del Conte è piombata in una dolce, melanconica follia: l’amato Lindoro è caduto in duello con il rivale che il Conte gli ha preferito come pretendente della figlia perché più ricco.
Il delirio smemorato di Nina, che aspetta ogni giorno il suo Lindoro, ha come sfondo una campagna popolata di villanelle e pastori che fanno eco alla sua sensiblérie.
Quando Lindoro, erroneamente creduto morto, ritorna, accolto benignamente dal Conte, già da tempo pentito, il blocco della mente di Nina a poco a poco si scioglie e i due amanti, finalmente ricongiunti, si ritrovano l’uno nelle braccia dell’altro.
Oltre all’impianto francese, assai raro al di qua delle Alpi, è interessante l’ambientazione della vicenda sullo sfondo di una campagna russoviana, che sostituisce la tradizionale ambientazione cittadina o del ritrovo mondano in villa, consueti nella commedia per musica settecentesca.
È il trapasso dall’Arcadia al preromantico.